Il problema più grande da affrontare per allevare il Passero del Giappone è riconoscerne il sesso.

Per riuscire a trovare una coppia vera e propria serve pazienza, spirito d’osservazione e molta fortuna!
Di norma, le possibilità di scelta che abbiamo per reperire nuovi soggetti sono due:

  • Recarsi presso un negozio,
  • Rivolgersi ad un Allevatore.

In entrambi i casi è di prioritaria importanza osservare bene i soggetti che abbiamo di fronte, anche per una prima “diagnosi visiva” relativa al loro stato di salute.

Purtroppo nel Passero del Giappone NON ESISTE dimorfismo sessuale evidente e l’unico modo per capirne il sesso è sentire il canto del maschio, osservando la classica postura che assume durante la sua performance canora (gorgoglio).

A parità di mutazione, il Maschio e la Femmina del Passero del Giappone sono esattamente uguali.


Ma che cos’è il dimorfismo sessuale?

Per dimorfismo sessuale (dal greco: “due forme”) si intende la differenza morfologica fra individui di sesso diverso appartenenti alla medesima specie.

Queste differenze evidenti, quando esistono, si possono notare nelle dimensioni, nel colore e nella presenza o assenza di determinate caratteristiche.

Qualche esempio:

  • Dimensioni: in molti animali la dimensione del maschio e della femmina è nettamente differente;
    • Nell’elefante africano il maschio è molto più grosso della femmina,
    • Nella iena maculata ed in alcuni falconiformi è la femmina ad esser più grossa del maschio.
  • Colore: la diversa colorazione dei due sessi (chiamata dicromatismo sessuale) è decisamente evidente;
    • Il fagiano maschio è appariscente e colorato, la femmina è quasi monocromatica,
    • Il Paggallo ecletto maschio (Eclectus roratus) è verde, la femmina è rossa.
  • Presenza o assenza in uno dei due sessi di determinate caratteristiche:
    • Nei cervi le corna sono un’esclusiva dei maschi,
    • Nel Pavone maschio e nel Gallo le piume/penne allungate e/o colorate sono caratteristica molto visibile,
    • Nel leone maschio la criniera è un carattere identificativo riconoscibile da chiunque.

Spesso il dimorfismo sessuale evidente è l’insieme di più di una delle caratteristiche elencate sopra; nel già citato pavone possiamo notare che il maschio generalmente è di dimensioni maggiori rispetto alla femmina, nella coda del maschio è molto evidente la presenza di lunghe penne colorate ed anche i colori generici del maschio sono brillanti ed appariscenti.

Negli uccelli comunemente allevati nelle nostre case ci sono varie specie con dimorfismo evidente.

Nel Diamante Mandarino maschio possiamo notare la presenza di guance arancioni, zebrature nere sul petto e fianchi puntinati; queste caratteristiche sono assenti nelle femmine.

(In realtà, per essere precisi, è giusto indicare che in alcune mutazioni anche le femmine possono avere caratteristiche maschili, ma sono casi specifici ed unici come per la mutazione GUANCIA che prevedere la presenza della guanciotta colorata sia nei maschi che nelle femmine).

Nel Diamante di Gould possiamo notare colori molto vivi e accesi nel maschio e gli stessi colori più pallidi e sbiaditi nelle femmine.

Nella varietà Mosaico del Canarino di Colore possiamo notare una mascherina colorata molto estesa nel maschio, a differenza della femmina che presenta una mascherina sottile.

(Anche in questo caso possiamo citare femmine selezionate in linea maschile con mascherine più estese del solito, ma si tratta di sempre di eccezioni rispetto alla regola base).

Piccole e leggere differenze si possono notare in animali nati da Allevatori che seguono una vera selezione; dopo anni di accoppiamenti mirati da parte del singolo e specifico Allevatore uno dei suoi obiettivi di selezione è sicuramente raggiunto quando si possono notare alcune caratteristiche ben fissate come il becco più pronunciato in uno dei sue sessi, strutture diverse, l’occhio nel maschio sopra la linea del becco, l’occhio della femmina in linea con il becco, ecc, ecc, ecc..

Queste però sono eccezioni talmente rare che non è saggio prenderle in considerazione, tranne nel caso che quel singolo Allevatore ci voglia omaggiare di questi suoi piccoli segreti, che solo lui conosce avendo una specifica competenza del suo ceppo di Allevamento.

Online si possono trovare decine e decine di tesi, compresa quella del sessaggio tramite “il pendolino”.

Per la legge dei grandi numeri non possiamo negare che percentualmente abbiamo esattamente il 50% di possibilità di indovinare e il 50% di sbagliare, seguendo idee che in realtà hanno pochi fondamenti concreti.

Una differenza fisica nel Passero del Giappone che si può riscontrare in alcuni articoli pubblicati nel web è questa:

In realtà questo leggero dimorfismo sessuale della struttura del capo è più facilmente riscontrabile nelle varietà ataviche e selvatiche di lonchura e non più nelle varietà domestiche.

Come in tutte le cose bisogna valutare bene a 360° la situazione.
Anche negli uomini, su carta, “il maschio è più alto, la femmina è più bassa, la femmina ha il bacino più largo per favorire la procreazione, ecc ecc”.

Con l’evoluzione (ed a maggior ragione nei nostri uccelli con la SELEZIONE IN CATTIVITA’) certe caratteristiche possono presentarsi più o meno marcate ottenendo un ipertipo, oppure, possono addirittura affievolirsi e presentarsi come caratteri distintivi praticamente opposti alla logica.
Possiamo così notare che un “brutto” maschio (a livello selettivo) può aver caratteristiche femminili ed esser scambiato per una femmina; una “bella” femmina può sembrare a tutti gli effetti un maschio.

Ciò succede per esempio nei Padda, dove nelle mostre ornitologiche si possono osservare femmine enormi dai colori brillanti con un filetto guanciale marcato e becchi massicci e conici; In allevamenti non selettivi possiamo invece notare maschi da becchi sottilissimi, taglie ridotte e dai colori slavati.

Anche i Diamanti di Bicheno sono difficilmente sessabili in cattività: le femmine di linea selettiva a scopo espositivo hanno il petto visibilmente bianchissimo le loro barre pettorali si presentano spesso larghe e marcate; con le loro enormi strutture posson fare un baffo ad un povero e giovane maschietto non molto selezionato e quindi “meno bello”.

(In natura il petto delle femmine di Bicheno risulta quasi sempre “sporco” di eumelanina, in generale la struttura della femmina è sempre più esile di quella del maschio ed i colori meno brillanti).

Un’altra caratteristica fisica che spesso crea disinformazione generica nel sessaggio degli uccelli, perché si presenta solo in alcuni specie, è la differente forma della parte terminale della cloaca.

Nei Canarini, mimando il famoso gesto del soffiare sotto la pancia, possiamo notare che la Cloaca nei Maschi è a punta e sporgente, quasi da apparire in paragone come un organo sessuale tipicamente “umano” e maschile. Nelle femmine, invece, la cloaca è arrotondata e praticamente in linea con l’addome.

Questa caratteristica è presente in poche altre specie di uccelli oltre ai noti e famosi Canarini e NON lo è nei Passeri del Giappone.

Chiarito quindi che un Passero del Giappone MASCHIO è esattamente identico ad un Passero del Giappone FEMMINA per forma, colore e taglia… come possiamo identificarne il sesso, senza ricorrere a test del DNA?

Il maschio del Passero del Giappone canta (gorgheggia), la femmina no.

Durante le loro performance canore, i Passeri del Giappone assumono un aspetto assai caratteristico: si gonfiano di petto, si schiacciano con il ventre verso il basso ed allungano il collo verso l’alto.

Per capire meglio ecco qui due foto di un maschio all’opera:

nella prima foto possiamo notare un maschio che si appresta a cantare, nella seconda foto invece il maschio è proprio nel bel mezzo dei suoi gorgheggi.

Vedere un Passero del Giappone che canta ci fornisce la quasi certezza che si tratti di un maschio, viceversa se nella gabbia vedete dei soggetti che non emettono alcun suono o solamente dei singoli cinguetti questo non significa necessariamente che si tratti di femmine.

Un soggetto che non canta potrebbe essere uno maschio giovane che ancora non ha imparato oppure un soggetto sottomesso che non canta per non incappare nelle “ire” dei compagni di gabbia più forti.

Il nostro consiglio è quello di rimanere molto tempo ad osservare i soggetti in questione.

Più tempo passerete di fronte alla gabbia, più maschi scorgerete cantare e gorgheggiare in tempi diversi.

A questo punto potete identificare e scegliete il maschio che vi piace di più e osservare come si comporta con gli altri PdG; probabilmente ce ne sarà almeno uno con cui si pulisce le penne ed a cui sta sempre vicino di posatoio.

Con un po’ di fortuna, l’altro soggetti, si tratta di una femmina (anche se la certezza arriverà solo quando troverete le uova).

La grande gregarietà e tranquillità di questa specie è un’arma a doppio taglio; è quasi impossibile che scoppino litigi e anche in questi casi generalmente non si va mai oltre il “duello” come due spadaccini.

I canti che i maschi si rivolgono vicendevolmente potrebbero essere dei duelli canori dove il più forte canta al più debole, che si appiattisce sul posatoio e rimane zitto, in sottomissione.

Se il soggetto dominante però trova pane per i suoi denti la scena cambia; il maschio “debole” non si sottomette al canto del “dominante”, aspetta che questo finisca di cantare e poi replica a sua volta.

A questo punto, se ci si trova di fronte a due soggetti pacifici, la questione si conclude con questo singolo alternarsi di gorgheggio ed ognuno se ne va per i fatti suoi.

Se invece si tratta di due soggetti un po’ più “caldi” si può assistere a qualche colpo di becco, ma che non sfocia mai in vera aggressività.




IN CONSLUSIONE

Il Maschio e la Femmina del Passero del Giappone, a parità di mutazione, sono esattamente uguali.

Il Maschio del Passero del Giappone (se in salute ed allegro) canta con un gorgheggio. La Femmina non canta ed emette solo dei singoli cinguettii.

La Femmina del Passero del Giappone depone le uova, un solo uovo al giorno (generalmente di mattina). Il Maschio, ovviamente, non fa le uova.

La Femmina del Passero del Giappone depone anche in assenza del Maschio. (Le uova deposte senza la presenza del Maschio risulteranno infeconde).

Il Maschio del Passero del Giappone più corteggiare un altro Maschio e simulare con lui l’atto di accoppiamento, non necessariamente con la finalità della copula, ma per rimarcare la sua la dominanza e posizione gerarchica.

Sia il maschio che la femmina del Passero del Giappone costruiscono il nido:

  • Il nido può essere costruito da due maschi, che si possono anche mettere in posizione di cova (senza ovviamente deporre uova) ed addirittura covare le uova di altri uccelli,
  • Il nido può essere costruito da due femmine, che spesso iniziano la deposizione in modo sincronizzato; nel nido possiamo trovare due uova al giorno, una fatta da una femmina e una fatta dall’altra femmina, ovviamente senza la presenza del maschio queste uova risulteranno infeconde.
  • Il nido può essere costruito da un maschio e da una femmina insieme, o solo da uno dei due.
  • Il nido può essere costruito da un gruppo di maschi, da un gruppo di femmine o da un gruppo formato da soggetti di qualsiasi sesso ed età.

Queste frasi possono sembrare banali e scontate, ma la difficoltà nel reperire una vera coppia di Passeri del Giappone, dato il loro comportamento estremamente sociale (il nome inglese del Passero del Giappone è Society finch), è davvero il primo e più duro scoglio da affrontare per l’allevamento di questa Specie.


Testo a cura di Alex Solbiati, Foto di Giada Cappuzzo e Immagini di Libera Consultazione